Con l'arrivo del Natale si illumina il Torrione, ma arriva, ahimé,
anche la seconda rata della tassa sulla casa. Andando a spulciare nei
documenti dell’Archivio, e risalendo al ‘600, troviamo sorprendentemente
delle analogie.
La Comunità medievale di Spilamberto pagava ai Rangoni un “censo” in due rate e, guarda caso, la seconda veniva consegnata
a Natale. Quando governava la marchesa Bianca Rangoni la quota del
semestre di Natale era di 78.10 lire dell’epoca. Poi gli Spilambertesi
pagavano anche 33.16 lire al cognato di Bianca, il vescovo di Piacenza
Claudio Rangoni.
Ma non basta, poveri Spilambertesi: il Massaro,
ovvero il Ragioniere dell’epoca, consegnava una “honoranza” ad un altro
personaggio di rilievo. Spilamberto aveva infatti una milizia sua,
costituita dai suoi abitanti, guidati da un Colonnello. Siamo nel 1618
ed ecco che cosa scrive il Massaro dell’epoca Marco Castagneto: “…pagai
per l’honoranza di Natale in mano al signor colonnello Pazani £. 24.0”.
Per inciso questo cognome ci rimanda a uno scutmai spilambertese,
“Pazan”.
Un altro fatto natalizio curiosamente si collega al
presente.
Il 20 dicembre del 1620 il Massaro sborsa £. 10.0 della
“Comunità”, così allora si chiamava il Comune, per allestire il palco
dove si doveva rappresentare una commedia. Questi soldi vengono
consegnati ai “zoven” (giovani) appunto per fare il “ Palco de la
Comedia”. Pensiamo allora a come la tradizione teatrale sia sempre stata
presente a Spilamberto, nei teatri ma anche in compagnie spilambertesi.
Ci ricorrono alla mente nomi dei nostri artisti attori: la Tacconi
"zia" Colla, Fabriani l’Umarein, Cioni…; recentemente ricordiamo Galli
padre e figlio, Zanotti…, gruppi come “Il Gat”, le iniziative teatrali
di De Maria, testi di commedie in dialetto Spilambertese, le farse,
“Giovàni seinzapaura”.
Già dal '600 ritroviamo un desiderio di
teatro... un ulteriore conferma, insomma, del fatto che nell’Archivio
c’è il nostro DNA. Teniamocelo caro.
Buon Natale.
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