“ [...] Il
Popolo di Spilamberto non fu già ingrato a così amico Signore, dando segno del
suo dolore con la Campana del Pubblico, e con quelle ancora di tutte le Chiese
del Castello istesso e Territorio del medesimo Spilamberto, essendo egli stato
Protettore e confratello della Compagnia di S. Maria degli Angioli; questa
Confraternità gli celebrò nell’Oratorio proprio e a proprie spese un sontuoso
Funerale, con Messe, Uffizi, e con magnifico Catafalco [...]”.
Chi era costui:
Luigi XIV, re Sole?
No, certo, ma
fatte le debite proporzioni fra le vicende dei due, le somiglianze sono
impressionanti. Filippo Rangoni non era il sovrano di Francia, ma il rampollo
di una famiglia nobile tra le più famose d’Italia. Così pure la sua corte non
era Versailles, ma la Rocca di Spilamberto.
Vivono i due e
muoiono pressappoco nello stesso periodo.
Il Re Sole a 77
anni, nel 1715, si spegne nella sua camera da letto al centro del palazzo di
Versailles per cancrena alle gambe, a causa della gotta di cui soffriva.
Filippo muore, nel 1721, a 76 anni dopo aver sofferto di “idropisia di petto”
che, diffusasi in tutto il corpo, colpì in modo particolare le gambe portandole
alla necrosi.
Il padre
cappuccino Gian Andrea Gregori, spilambertese, così impietosamente ci descrive
la sua fine: “ [...] Filippo
Rangoni, [...] munito di tutti gli SS. Sacramenti, [...] passò all’altra vita [...] dopo
d’essere stato aggravato da idropisia di petto per lo spazio di più di 3 mesi;
la quale diffondendosi a poco a poco per tutto il corpo, e particolarmente
nelle gambe, ben presto già quell’umore mordace gliele aveva tutte guaste ed
affatto corrose. Tale acrimonia d’umore (aggressività della
malattia) lo pose in tale necessità, che non potendo giacere disteso nel
letto, lo sforzò a starsene coricato giorno e notte in uno sediglione
d’appoggio, dal quale gli grondava del continuo copiosa marzia (marcio, pus) e putredine, che in questa guisa lo condusse ad esalare gli ultimi
fiati di vita. [...]”.
Una fine non
invidiabile se si pensa che una vita finalizzata al rafforzamento del potere e
all’accrescimento delle ricchezze finisce raccolta in quel “sediglione”.
Inoltre, se
Luigi XIV fu sepolto in Saint Denis, insieme ad altri potenti, Filippo Rangoni
venne trasportato nella chiesa di San Vincenzo di Modena, che in seguito
ospiterà la Cappella funebre dei Duchi Estensi.
Ecco allora che
il suono delle campane ci richiama queste vite e morti parallele, spingendoci
audacemente ad immaginare le Reggia di Versailles che sfuma e si trasforma
nella Rocca dell’antico “Castello” di Spilamberto.
[Nell'immagine: i tre campanili che ancora oggi spiccano nel cielo di Spilamberto – fotografia da raccolta privata.]