(Particolare
di pergamena conservata presso l’Archivio dell’Abbazia di Nonantola, nella
quale si leggono gli antichi nomi del territorio spilambertese)
L’importanza
dell’Ospitale di San Bartolomeo – lo abbiamo visto nella scorsa puntata –
risiede anche nel suo essere stato un riferimento geografico fondamentale per
individuare il territorio spilambertese nell’antichità, prima ancora che
comparisse il nome stesso del paese.
Secondo
le prime carte che lo descrivono, l’Ospitale si trovava in una località
nominata “Casale”, “Castiglione” oppure “Verdeta”: così si chiamava il nostro
territorio in documenti antichissimi di età longobarda, risalenti a prima
dell’800 d.C.
Questi
nomi sono importanti, perché ci parlano della situazione del territorio di
Spilamberto diversi secoli prima della fondazione del paese.
Il
nome “Casale” probabilmente rimanda, come nell’italiano d’oggi, ad un edificio
di campagna, e nel latino dell’epoca indica anche il terreno che vi sorge
attorno. L’immagine che ci viene trasmessa dal nome è dunque quella di un
territorio per lo più disabitato, punteggiato solo da qualche casolare sparso.
“Castiglione” è senz’altro un diminutivo di
“castello”. Non dobbiamo però pensare al castello medioevale con mura, torri e
ponte levatoio, ma piuttosto a un piccolo borgo fortificato. Non si può
escludere che esistesse sul territorio di Spilamberto un paese prima
dell’attuale; è più probabile però che a qualche chilometro dall’odierno centro
abitato vi fosse un insediamento fortificato preromano o romano, riutilizzato
in epoca altomedievale. Infatti al termine di via S. Liberata è stata
individuata una fattoria romana, e il luogo denominato Ergastolo fa riferimento
al locale in cui venivano tenuti gli schiavi in catene durante la notte.
Più
affascinante il significato del nome “Verdeta”: la località è chiamata così
perché, come recita un documento del 776 d.C., “vi si trova il giardino di
piacere del Re (il longobardo Astolfo)”. Un giardino, un parco regale sorgeva
dunque sul territorio che oggi è Spilamberto.
Tre
nomi dunque per il nostro territorio in epoca antica: ma tra casali, castelli e
giardini… dov’erano le spine che danno oggi il nome al paese?