mercoledì 1 novembre 2017

SPILAMBERTO: UNO STRAPPO NELLA MEMORIA / 9°

Un sobbalzo per allontanare la forbice del Tempo



(Pastello di Cristina Grandi)


Non recidere, forbice, quel volto,
solo nella memoria che si sfolla,
non far del grande suo viso in ascolto
la mia nebbia di sempre. [...]”

La memoria secondo Montale è il luogo in cui il poeta conserva il viso della sua donna, grande nel ricordo e colto nella sua disponibilità all’ascolto. La preghiera è rivolta al tempo che, visto come forbici, taglia via tutto lasciando solo una inconsistente nebbia. La memoria, in questa poesia, è concepita come un serbatoio di ricordi, uno statico contenitore, preda e vittima predestinata della ferocia del tempo.
Ma la memoria è anche l’atto stesso del ricordare, una funzione attiva, consapevole; è fermare la mente per rievocare, perciò non è soltanto un magazzino di ciò che è stato, è il richiamare il passato anche dopo anni. Ce lo dice pure la sua etimologia. La parola memoria è formata da una radice “mer” presente anche in greco; indica inquietudine, il sobbalzare della consapevolezza. Quindi un’azione, non la stabilità; il momento in cui la memoria si mette in movimento consapevolmente nella singola persona per far uscire i ricordi dal cuore.
N.A.S.CO. vuole provocare questo sobbalzo per evitare il pericolo non solo del Tempo, ma anche della lontananza che ci separa dal nostro Archivio, anch’esso memoria che vogliamo viva e in mezzo a noi.

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