(Affresco parietale: “Casa di Livia”, Roma.)
Luigìn si
arrotolava, smaniava, sul suo paglione; insistente un cinguettio di uccelli, lo
beccavano e non riusciva ad allontanarli ...finalmente si svegliò, e le visioni
angosciose sembravano allontanarsi.
Non era solo in
quella stanza, non più uccelli colorati da scacciare tra il fitto fogliame. I
suoi fratelli erano lì accanto, tranquilli, Tonio, Tommaso, Flipèin: tutti
continuavano a dormire.
Soltanto un suo
incubo; il sonno degli altri era ancora pesante.
Era stata una
giornata particolare. Valeva la pena esserne storditi.
Quel giorno di
giugno del 1763 aveva accompagnato il capitano Giacinto Fabriani, suo zio,
nella Rocca, chiamato dal Marchese Lotario Rangoni.
Con stupore
aveva percorso quell'infilata di stanze osservando oggetti sconosciuti, come i
loro nomi: il canapé, trecce di canne d’India; le cadreghe (ma le sedie le
conosceva).
Immagini in
alto: uccelli variopinti volavano, becchettavano, si confondevano tra chiazze
di verde inseguendoli con giravolte. Così vividi e sorprendenti da essere i
protagonisti del suo incubo.
E poi l’entrata
nella “Stanza della Spia”! ma dov’era quella spia? bisognava cercarla, era
nascosta? Nulla ne spiegava il nome; pochi oggetti e poi un’altra visione: non
un paglione nella stanza che seguiva, ma un letto con drappeggi di seta verde
ricamata a fiori dorati.
Cosa serviva tutta
quella stoffa lì attaccata a quel letto?
Vedersi poi
incorniciato in oro sopra alla balaustra del camino lo lasciò immobile e
intontito, finché lo zio lo scosse deridendolo: non riconosceva uno specchio!
Lo zio
continuava ad elencare prendendo nota: scatole ricamate, scatolette dorate,
spazzole, cuscinetti, vasetti, pizzi. E ad un tratto quel crocefisso là in
alto: istintivamente si fece il segno della croce.
Accumulo di sensazioni, sorprese
intense che nella notte si erano naturalmente liberate nell’incubo.
Ormai lo stordimento di quel
sogno svaniva.
Luigìn raggiunse la finestra; la
luminosità della luna gli disse che la realtà era soltanto quella che poteva
vedere oltre il suo davanzale.
Si rimise sul paglione di fianco ai
fratelli. Il sonno lo avvolse tranquillo.