(Castelvetro, 1943: Laura con il nonno paterno, Celso)
Parte sesta
[...] Nel periodo dell’ultima guerra si radunavano in
parecchi in quella stanza detta “capunera” perché era a pianterreno ed è stata
teatro di molte vicissitudini e paure, specialmente la sera quando passava “PIPPO”
e bombardava (Pippo era un aereo americano).
Quante raccomandazioni e preghiere venivano dette, tutti
appoggiati al muro, in camicia da notte o in pigiama, poi dopo il passaggio
dell’aereo quante imprecazioni e maledizioni!
Questo ambiente per me e i miei cugini è stato parte
integrante della nostra fanciullezza, aveva per noi un fascino speciale e credo
che nessuno se lo sia scordato.
Ricordo, in autunno, le castagne che sobbollivano nel
tegame sulla stufa riscaldata a legna o a forme rotonde che credo fosse
segatura pressata o, come mi hanno riferito, vinacce torchiate; le partite a
carte che la nonna faceva con noi nipoti, le risate, l’allegria per piccole
cose, molta modestia e tanto buon cuore. La nonna Ida amava la compagnia e
aiutava sempre chi aveva delle difficoltà e miseria nel vivere.
La nonna Bruna era una donna non molto alta, ma ben
proporzionata con dei lineamenti fini. Anche per lei la miseria non mancò,
raccontava che doveva fare a turno per uscire e aspettare le sorelle che
rientrassero per indossare scarpe o vestiti.
Conobbe il nonno Celso a Bologna dove lei era a servizio e
lui faceva il carabiniere.
Lavorava in una trattoria e doveva portare da mangiare in
una casa di tolleranza. Era una ragazzina e quando il nonno la conobbe, e lei
glielo raccontò, la fece ritornare a casa e si offrì di darle lui i pochi soldi
che prendeva al mese.
Quando si sposarono, nel 1911 a Castelvetro, il loro
matrimonio fu festoso perché ebbero i musicanti che li seguirono per tutta la
giornata.
La loro fu una vita di duro lavoro, non potendo lui più
stare nel corpo dei carabinieri, essendosi sposato, lavorarono entrambi come
fornaciai.
Abitavano una casa modestissima vicino alla fornace,
andavano a prendere l’acqua con i secchi al pozzo, che era distante dalla casa
e il gabinetto era un casotto nel cortile.
La nonna aveva un carattere schivo e silenzioso, quanto era
invece chiacchierone, allegro ed estroverso il nonno.
Si sono sempre voluti bene, il nonno era pieno di rispetto
per lei e dove poteva l’aiutava con molta disponibilità. Erano discreti e poco invadenti.
La nonna, come la maggioranza delle donne sposate, fu obbligata
con rammarico a donare la sua fede nuziale al duce, ne portò sempre una
d’acciaio.
Stravedevano per quel figlio unico che sarebbe diventato
mio padre.
Dopo un inizio come apprendista muratore, con l’aiuto del
padrone della fornace, all’età di diciassette anni, lo mandarono a Modena per
imparare il mestiere di meccanico tornitore, con tanti sacrifici da parte loro
che cercavano di non fargli mancare niente, anche se per mio padre, ancora un
ragazzo, fu molto dura.
Dormiva nell’officina assieme al cane. A quei tempi
pochissimi studiavano, specialmente se figli di povera gente.
Il nonno Celso era un socialista e, siccome era tra i pochi
della sua età che sapevano leggere, comprava sempre il giornale l’Avanti e
spiegava agli altri le notizie, non prive di commenti belli o brutti che
fossero.
Raccontava spesso le avventure di quando da
carabiniere fece mettere le manette al
pretore perché non aveva rispettato la legge.
Era simpatico, allegro e molto buono.
Portava d’inverno un mantello, o tabarro, residuo di quando
era militare, fumava il sigaro toscano e lo masticava; aveva imparato a
fumare quando imperversava l’epidemia
della spagnola e si diceva che fosse un disinfettante.
Forse perché i vestiti che portavano le nonne erano tutti uguali, scuri e lunghi, fazzoletti legati alla nuca o sotto il mento, sembravano più vecchie della loro età, le ricordo sempre uguali anche con il passare degli anni. [...]
Forse perché i vestiti che portavano le nonne erano tutti uguali, scuri e lunghi, fazzoletti legati alla nuca o sotto il mento, sembravano più vecchie della loro età, le ricordo sempre uguali anche con il passare degli anni. [...]
Nessun commento:
Posta un commento