Le storie del “doppio”:
“Lo strano caso del dottor
Jekyll e del signor Hyde”,
raccontato da Giulia Lorenzoni
(seconda parte).
(Disegno di Fabiano Amadessi)
[...]
«Una notte, all’improvviso, la casa venne scossa da un urlo tremendo. Corremmo
tutti verso la fonte di quel suono straziante ma la porta del laboratorio era
chiusa. Cominciai a prenderla a spallate fino a che il legno non crollò sotto
il mio peso - ero giovane e forte! La scena che si aprì davanti ai miei occhi
era incredibile e orripilante: il busto magro del dottor Jekyll usciva dalla
pancia squarciata di un essere corto, storto e coperto di peli. Le gambe erano
ancora intrappolate come se Jekyll stesse cercando di scappare dal ventre di un
mostro! Tutti correvano e urlavano senza sapere bene cosa fare. Io mi chinai
verso il corpo insanguinato e sentii il dottore che, con un filo di voce
diceva: “l’acqua sta nelle rose, le rose, le rose, la marea”. Furono queste le
parole che mi consegnò prima di morire».
«Non
andai al suo funerale, c’erano troppi giornalisti. Era arrivata la polizia e
avevamo dichiarato che la seconda vittima, quel corpo inspiegabile, era
probabilmente l’aiutante del dottore, il Signor Hyde. Tuttavia nessuno era
riuscito a confermare l’esistenza di quell’uomo misterioso. Andai in giardino a
curare le piante e fu mentre innaffiavo le rose che trovai la lettera».
«La
lettera? Che lettera? », chiesero i bambini quasi in coro.
«Il
testamento del dottore».
Berto
tirò fuori con cura la busta da una tasca e si mise a leggere:
«“Caro
Berto, so che sarai tu a trovare questa mia lettera, tu che hai tanto a cuore i
fiori. Io, invece, nel cuore avevo ben altro. Nella mia vita, ho sempre pensato
che nelle persone si mescolano il bello e il brutto in parti diverse,
impossibili da controllare. Bello e brutto, bello e brutto, lo senti? Come le
maree. Come è possibile tenere a bada l’acqua che riempie un contenitore? Prima
o poi quell’acqua sceglierà dove riversarsi. Io, Berto, volevo solo separare il
buono dal cattivo, liberare l’uno dal peso dell’altro e lasciarli andare soli
per la loro strada: puro male e puro bene, divisi. Così creai una pozione che
poteva separare il bene dal male. Bevevo un sorso e diventavo Hyde: potevo
uccidere e sbranare senza sensi di colpa e mi sentivo forte, libero. Ma poi
questo mostro diventò più forte di me e la trasformazione avveniva anche senza
che io bevessi la pozione. Vedi Berto, la violenza è come l’acqua, quando corre
si porta via tutto” ».
I
bambini ascoltavano zitti zitti.
«Vedete,
il dottore si uccise per fermare la furia cieca di quell’uomo che dentro di lui
correva indietro verso gli istinti più incontrollati. Hyde era una parte di
Jekyll, una bestia feroce che, lasciata libera, avrebbe divorato tutto ciò che
di umano c’era ancora nel buon dottore».
Berto si grattò di nuovo l’orecchio e quei tre peli che
gli ricordano, ogni giorno, che la rabbia arriva come le maree, a dirci quanto
male possiamo fare.
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