Un sobbalzo per allontanare la forbice del Tempo
(Pastello di Cristina
Grandi)
“Non recidere,
forbice, quel volto,
solo nella memoria
che si sfolla,
non far del grande
suo viso in ascolto
la mia nebbia di
sempre. [...]”
La memoria secondo Montale è il luogo in cui il poeta
conserva il viso della sua donna, grande nel ricordo e colto nella sua
disponibilità all’ascolto. La preghiera è rivolta al tempo che, visto come forbici,
taglia via tutto lasciando solo una inconsistente nebbia. La memoria, in questa
poesia, è concepita come un serbatoio di ricordi, uno statico contenitore,
preda e vittima predestinata della ferocia del tempo.
Ma la memoria è anche l’atto stesso del ricordare, una
funzione attiva, consapevole; è fermare la mente per rievocare, perciò non è soltanto
un magazzino di ciò che è stato, è il richiamare il passato anche dopo anni. Ce
lo dice pure la sua etimologia. La parola memoria è formata da una radice “mer”
presente anche in greco; indica inquietudine, il sobbalzare della
consapevolezza. Quindi un’azione, non la stabilità; il momento in cui la
memoria si mette in movimento consapevolmente nella singola persona per far
uscire i ricordi dal cuore.
N.A.S.CO. vuole provocare questo sobbalzo per evitare il pericolo non
solo del Tempo, ma anche della lontananza che ci separa dal nostro Archivio,
anch’esso memoria che vogliamo viva e in mezzo a noi.
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