Le storie del “doppio”: “Il ritratto di Dorian
Gray”,
raccontato da Giulia Lorenzoni (seconda parte).
Immagine di Fabio Amadessi
[...]
«Una sera, mentre aspettava Dorian per uscire, Basil passeggiava inquieto su e
giù per la casa. Da alcune settimane aveva cominciato a notare strane
coincidenze a teatro, nei bar e nei locali che i due frequentavano insieme. Una
cameriera aveva rifiutato di servirli e un domestico aveva finto di non vedere
Dorian mentre attendeva che il suo cappotto fosse preso in custodia. Sul
giornale, aveva pure letto che una giovane attrice che avevano conosciuto si
era gettata nel fiume. Non c’erano più tanti sorrisi che accompagnavano
l’arrivo del giovane dai capelli dorati.
Mentre
camminava e rifletteva, inciampò all’improvviso nel ricordo del ritratto che
aveva dipinto con tanto amore per Dorian. Sulla parete, infatti, non rimaneva
che un’ombra leggera, come quella che si tingeva in quel momento sul volto di
Basil, come un presagio. Salì in fretta le scale verso la soffitta, il cuore
pulsava impazzito. Usando qualche chiodo e un cacciavite di servizio forzò la
porta che lo separava dal quadro e da tutte le sue domande».
I
bambini si misero le mani sugli occhi come non volessero vedere la conclusione
della storia.
«Quando
i domestici accorsero, dopo le urla e il trambusto, trovarono il cadavere di
Basil che giaceva in un angolo, con gli occhi spalancati dal terrore. A terra,
accasciato sul pavimento, c’era il corpo curvo e grinzoso di un uomo con
addosso i vestiti di Dorian e un pugnale sfuggito dalla mano rugosa. La tela
del quadro nascosto anni prima era al centro della sala, e uno squarcio svelava
la verità».
I
bambini si ritrassero di colpo dalla pozzanghera.
«Gli
occhi di Basil avevano scoperto l’orribile incantesimo. La sua arte aveva
aiutato Dorian a sfidare la natura, a giocare con il bene e con il male, a
vivere tutti gli entusiasmi e gli eccessi della giovinezza senza che il suo
corpo se ne accorgesse. Il ritratto, come uno specchio magico, aveva patito i
segni del tempo e le macchie di ogni colpa di cui il giovane non si era curato,
di ogni crimine che aveva commesso».
I
bambini guardavano il riflesso del vecchio Berto luccicare nella pozzanghera e
inconsapevolmente percepivano che in fondo la natura vince sempre. Regala la
bellezza per poi farla evaporare. La meraviglia vera rimane lassù, fra le
nuvole, pronta per il prossimo temporale.
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