“A t’arvìs ma ant’arcgnòs”
La nonna di uno spilambertese,
nata a Riolunato, si trasferì in
Sudafrica.
Rientrata in Italia, fissò la
residenza a Spilamberto. Con il ritorno sentì il desiderio di portare la figlia
a vedere i luoghi dove era nata e aveva trascorso la sua infanzia.
Giunta a Riolunato incontrò una
signora anziana del posto, che lei conosceva. Tentò di avviare un discorso e
riandare ai comuni ricordi. Però la signora le precisò: a t’arvìs, ma ant’arcgnòs.
Si tratta di un modo di dire
montanaro (certamente utilizzabile anche in pianura!), di sicuro una battuta
ironica per tenere lontano gli scocciatori e risolvere una situazione
fastidiosa.
La traduzione potrebbe suonare
così: “mi ricordi qualcuno, ma non ti
riconosco”.
L’episodio è realmente accaduto ed è raccontato in modo buffo da questo
spilambertese che, riandando al ricordo, sottolinea l’arguta acutezza della
battuta.
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