Ricordo di profumo: saranno rose?
Un mormorio di voci si spande
nella tiepida serata di maggio; a tratti si interrompe e lascia spazio ad una
sola voce, poi riprende: oh mia bela Madunina... no, non siamo a Milano, è la Madonnina “la Madunèina ”, sormontata
da una cupola a bulbo di Via Castellaro.
Il nome della via deriva da castrum urbis, il centro fortificato del
paese, nome che troviamo anche a Modena e in altre città: è la strada che
conduce alla porta nord dell’antica cinta muraria. Non era questo l’unico punto
d’accesso al Castello, vi erano altre porte, a ovest e sud, e due ad est
inglobate nella struttura della Rocca; naturalmente ognuna aveva i propri ponti
levatoi.
Intanto continua il rosario e al
gruppo di persone ai piedi della “Maestà” si aggiunge qualche ritardatario. La
“Madonnina”, infatti, si trova al culmine di una colonna, restaurata nel 1991
da un nutrito gruppo di esperti e con il contributo della popolazione. La
statuetta originale, probabilmente del Piccioli, è stata rubata; quella attuale
è una creazione di Ascanio Tacconi.
Ci fu un momento in cui si voleva
abbattere l’intera struttura, ma una sollevazione unanime ha impedito il
misfatto. La parte muraria portante è stata solo spostata più in angolo, in
sicurezza dal pericolo del traffico.
La popolazione del nostro paese
ha dimostrato e dimostra sincera fedeltà ed attaccamento ad un simbolo: non c’è
globalizzazione che tenga. C’è in essa il profondo desiderio che le cose di
Spilamberto rimangano nel suo territorio.
Così maggio, con i suoi tepori e profumi, ci porterà ancora la
piacevolezza rassicurante di quelle atmosfere, di quei mormorii e di quelle
sentite preghiere ai piedi di quella Vergine che ha potuto restare a vegliare i
suoi fedeli dalla nicchia in cui era stata riposta.
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