Da “Quel
Piazzale della mia infanzia”, di Laura Bertarelli
(stampato nel maggio del
2005).
(La foto
mostra, nel riquadro, la sede della “Barozzi e Sirotti Spa”,
che aveva
l'entrata in via Quartieri di fronte al cortile dell'allora Scuola Elementare.)
Parte dodicesima
[...] Oltre il Torrione
esistevano delle vecchie case e qualche villa signorile; dove oggi c’è
la “Sanitaria Tettarella”, in una casa decadente vicino a cui funzionava anche
un mulino, c’era il piccolo e angusto negozio di alimentari dell’Ernesta. In
viale Rimembranze scorreva un canale, il Diamante, proprio accanto alla dimora
del dottor Vandini, medico condotto, il quale faceva, all’occorrenza, il
dentista, il chirurgo e si occupava di qualsiasi emergenza gli si presentasse,
esercitava la sua professione nell’ambulatorio dell’ospedale di via S. Maria,
aiutato dall’infermiera suor Costanza. Anche a me incise un ascesso sotto il
mento, era lo stesso giorno dell’arrivo del nuovo prete e avevano cosparso il percorso di tanti petali
di fiori.
Dalle suore si andava per imparare a ricamare.
Nei pressi della strada per Vignola erano già state
costruite le case popolari.
La chiesetta del Carmine pareva così lontana; nel passato
aveva davanti all’ingresso un piccolo portico antico che serviva anche da luogo
di sosta per viandanti. Fu demolito per allargare la strada.
Intorno ad essa, c’erano quasi tutti campi che, nelle sere
d’estate, si riempivano di lucciole, come se avessero un manto luminoso.
Noi bambini cantavamo:
Lucciola, lucciola
vien da me
che ti
do il pan del re
il pan
del re e della regina
lucciola lucciola vieni vicina.
Per i collegamenti con Modena c’era il treno, con qualche
carrozza e i sedili di legno, proveniva da Vignola e faceva dieci fermate, la
stazione era all’estrema periferia del paese, fu demolita quando soppressero la
ferrovia, che fu un errore, in ragione di un cambiamento in meglio che non
si verificò.
Per Bologna le corriere di “Barozzi e Sirotti” fermavano
davanti al nostro negozio. Il loro deposito era vicino alle ville della SIPE,
in un capannone circondato da uno spiazzo ampio e verde.
Quel capannone era originariamente un magazzino per il
commercio della frutta poi, quando cessò quella attività, per alcuni anni venne
utilizzato come locale da ballo, chiamato “La Lucciola”, prima di diventare la sede
e deposito della Società di trasporti sopra citata.
Verso il ponte, tra un bellissimo parco e un laghetto a forma di cuore,
s’intravedeva la villa dei marchesi; dopo la guerra, già depredata dai tedeschi
e lasciata abbandonata, ci andarono ad abitare tante famiglie povere che non
avevano casa e molti alberi furono abbattuti per scaldarsi. [...]
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