SPILAMBERTO... PARIGI
(Ambrogio
Lorenzetti, affresco, “Effetti del Buon Governo”
- particolare - , 1337-39,
Palazzo Pubblico, Siena)
Sono trascorse tre settimane da
quando abbiamo voluto raccontarvi con quali ordini, e precisa determinazione,
la marchesa Bianca Rangoni volesse rendere igienicamente vivibile e
piacevolmente accogliente la “sua Spilamberto”. A realizzare questo intento
contribuivano i “Giudici delle strade” che, nominati dall’Amministrazione del
sopravvissuto “Comune medievale”, avevano facoltà di decidere quando fosse
necessario riparare le strade, “fare accomodare ogni possibile guasto”.
Era questo il concretizzarsi di un
governo gestito in una sorta di connubio tra poteri signorili e poteri del
popolo, al fine di regolamentare in modo accorto e proficuamente il territorio.
Certo un “Castello” come quello di
Spilamberto, limitato per estensione e nelle strutture, offriva sufficienti possibilità
di potere raggiungere gli obiettivi prestabiliti ed utili alla comunità; in
questo modo, le volontà condivise degli abitanti e i provvedimenti assunti di
conseguenza rendevano nel complesso vivibile il feudo spilambertese.
Lo scenario, nei medesimi anni, era
ben diverso in realtà di dimensioni maggiori: possiamo offrire al proposito un
peculiare esempio tratto da un manoscritto che descrive Parigi nella stessa
epoca (inizio sec. XVII).
“[...] circolarvi [...] è difficile
[...]. Molte strade sono strette, alcune misurano soltanto due metri, senza
marciapiede, s’intende. Al centro di queste vie scorre un ruscello nauseabondo
che trascina l’immondizia che si accumula davanti ad ogni porta. Ci sono più
stronzi che pietre. Nelle strade più larghe passano le carrozze. Unica
soluzione per non farsi schizzare di fango...camminare rasentando i muri”.
A voi, ora, lettori, il compito di
confrontare e giudicare!
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