mercoledì 28 novembre 2018

ROCCA DELLE MIE BRAME / 26

Nel verde verso il fiume: il “zardinum” della Rocca



(Parco della Rocca di Spilamberto: recinzione metallica
che racchiude le “tracce” dell’antica canalizzazione.)


“...passeggiate ed approcci chiacchieraticci nel zardinum...” riportavamo in una caramella precedente.
Filari di “olmi ben grossi” accompagnano oggi la nostra passeggiata storica. Occorre però attraversare il ponte, ormai fisso, superare la “vecchia Torre del belvedere” e spingere lo sguardo verso est dal suo arco centrale. Là in fondo il fiume. Lì vicino un “Casino” decadente, allora una “delizia”, un “Petit Trianon” spilambertese anticipava quello di Maria Antonietta nel castello di Versailles: affreschi interni dal “nostro” Giulio Troili, il “Paradosso”. Una pergola di vite verso nord ci rimanda a quegli anni secenteschi.
A lato un vasto prato che nell’inverno diventa quasi un acquitrino, impraticabile, e gela il “Prato degli specchi”.
Gli occhi dell’immaginazione ci presentano un settecentesco meccanismo utile per portare acqua alle coltivazioni, “per adaquàre” prati, piante e varia vegetazione, circondata da siepi disposte in schema geometrico; un succedersi di orti, giardini, vigneti, insieme a “peri, pomi, prugne bianche” ed alberi ad alto fusto, pioppi, salici e gelsi.
Verso nord-ovest, nell’invaso dell’antico fossato, una guizzante “peschiera”.
La luce del sole di mezzogiorno ci scopre uno specchio di colori: vasi e vasi di agrumi, “naranzi e limoni” verso sud, destinati a sonnecchiare, durante l’inverno, nella “Torretta” di sud-est che li domina dall’alto. Oggi la nostra “Muntagnìna”.
A volte echi di preghiera, suoni di canti religiosi interrompono la loquacità di quel silenzio. Forse è giunto un predicatore, oppure è la festa della Madonna, una delle tante venerate in Spilamberto. Nel “Prato della Rocca”, verso sud-est, si è radunata la gente del “Castello” al cospetto di un’architettura temporanea, allestita con materiali naturali; sono tronchi d’albero, oltre a ciò che le Parrocchie offrono: tappezzerie, tende di seta, quadri ed ornamenti. Un altare provvisorio per onorare personaggi importanti, Santi o celebrare feste religiose.
I “Signori” hanno concesso accoglienza: gente umile può vivere momenti di stupore e religiosa suggestione. Le eccessive fatiche del quotidiano vengono così dileguandosi nel verde di quel “Zardinum”.


(Notizie “condite con fantasia” e tratte da: Criseide Sassatelli, “La Rocca di Spilamberto e le sue adiacenze”, Comune di Spilamberto, giugno 2006; L. Balboni, P. Corradini,”Rocca Rangoni a Spilamberto”, Maggioli Editore, 2017.)

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