La neve bianca sulle acacie ci
parla di primavera. I più variegati colori percorrono il parco della villa. Sono
piante e alberi imponenti, alcuni secolari; una quinta ideale che sembra
timidamente voler nascondere l’antica costruzione alla vista dei passanti: Villa
Galvani.
Innumerevoli secoli raccolgono
testimonianze della nobile famiglia che l’abitava, le cui origini risalgono alla
prima metà del Quattrocento.
L’elegante residenza, costruita
nei primissimi anni dell’Ottocento, nel terreno chiamato dagli spilambertesi
“Paradiso”, vide lo svolgersi di molte vite.
Lo stesso Canale San Pietro, che
da sempre le scorre accanto, ricorda un tranquillo anziano centenario che,
guidato dalla sua fedele domestica, approfittava del tiepido sole primaverile,
lo stesso che oggi accarezza le folte acacie. Era il conte, e medico pediatra,
Alberto Galvani, ultimo discendente della nobile famiglia che abitò la Villa. Morì
nel 1984 all’età di 105 anni.
Una lunga esistenza che, egli,
anziano, cercò di ricordare con testimonianze scritte sugli eventi che la
segnarono. E non solo. Il Conte volle aggiungere una propria interpretazione all’opera
di un suo illustre avo, Giovanni Galvani, provenzalista e filologo, già
celebrato da studiosi e storici.
Tempra di scrittore, una mano
riflessiva quella del conte Alberto, che soppesava eventi locali e nazionali.
A questo punto siete riusciti a
localizzare l’antica residenza?
Le acacie, il Canale San Pietro e
il terreno “Paradiso” sono stati indizi sufficienti?
Cerchiamo di aiutare ancora chi fosse incerto: se vi capitasse di
passeggiare, imboccate Via Santa Liberata e al numero 299, sulla destra,
vedrete quel folto verde che rende difficile ammirare l’amata residenza del
Conte. Se poi siete spinti a muovere qualche altro passo, svoltate sulla destra
e percorrete Via Cervarola; l’acqua tranquilla del San Pietro vi accompagnerà
gorgogliando con discrezione, insieme ad un corteo di oche e germani reali.
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