Un applauso dei ragazzi ha
concluso la lettura del diario dell’incontro precedente, già pubblicato sul
blog dell’Associazione “N.A.S.Co. a Spilamberto".
La lezione, con proiezione e
fotocopie di documenti alla mano, è poi iniziata, con la decifrazione di una
lettera del 1594, di un certo Commissario giunto a Spilamberto, Giovanni
Armati.
Individuare le parole ha creato
qualche difficoltà, soprattutto per la grafia tardo cinquecentesca. Un
volenteroso ragazzo ha segnato con la bacchetta
parola per parola, ma dalla sedia, sulla quale era salito per indicare con più
precisione, ne è sceso piuttosto provato. Poi l’amarezza per la descrizione di
una Spilamberto “diserta”, abbandonata, esposta alle scorrerie dei delinquenti,
con cadaveri insepolti nelle strade e preda di cani.
Ma come? Dopo aver viaggiato
lungo i possedimenti dei Rangoni, perfino in Francia, a Pernes les Fontaine,
segno di ricchezza e di potere, un loro feudo lasciato degradare così?
No, non era colpa loro; l’estremo
stato di abbandono era conseguenza di un periodo di dominio estense sul
Castello di Spilamberto e del loro disinteresse: gli Este erano lontani, nella
corte di Ferrara.
Poi, sulla parete chiara
dell’Aula Magna, è apparsa, quasi magicamente la cometa di Halley, la
diapositiva che segnava l’arrivo di Bianca Rangoni e la sua assunzione di
governo.
“Una sera di gennaio dell’anno
1607 un segno premonitore giunse dal cielo: una cometa brillava verso est”.
Certamente i ragazzi non la
dimenticheranno, infatti dopo il nome e l’immagine è iniziato l’intervallo.
Subito sono cambiate le geometrie
dell’Aula. Sedie disposte in circoli si sono affollate di panini, bibite,
patatine e cibi vari. Mandibole all’opera si sono mescolate a chiacchiere in
libertà, rigorosamente contemporanee!
Alla ripresa, Bianca ha mosso lo
stupore per il delinearsi del suo personaggio, una “Signora feudale” con potere
assoluto, di “banno”, che sfuggiva all’immagine di “oggetto di scambio”, quale
nell’antichità la donna veniva considerata. Bambine a volte promesse già a otto
anni ad un attempato, sconosciuto e sgradevole uomo, ma ricco! A questo
servivano le figlie femmine delle famiglie
nobili.
Una ragazza chiede: «Ma
veramente?».
E immediatamente il pensiero
ritorna alla notizia della poca pulizia delle persone.
Quindi uomini estranei e vecchi,
per una bambina o ragazzina, che nemmeno si lavavano!
Lo stupore dei visi degli alunni
esplicita le loro sensazioni.
E si ritorna a Bianca, le sue regole
imposte, le “gride”, la “Colonna rossa”, le punizioni per chi non obbediva, e i
famosi, terribili, “tratti di corda”, con mani legate dietro la schiena per
issare e torturare il criminale.
L’attenzione tesa creatasi viene interrotta improvvisamente
da una ragazza che ci stupisce: riesce a far girare braccia e mani unite dalla
schiena intorno alla testa!
Le punizioni imposte dalle Gride
della Marchesa su di lei non avrebbero avuto effetto! Almeno quello più
terribilmente doloroso e invalidante!
Lo stupore per quella dimostrazione che strappa spontanee esclamazioni
chiude con allegria il racconto, che nel corso di due ore ci ha riportato a
quel lontano periodo in cui la nostra Spilamberto da “deserto raccapricciante”
si stava trasformando in industriosa e ricca capitale di un feudo ancora per
secoli governato dai Rangoni.