Recentemente, in
una semifinale di un torneo di calcio, dopo l’espulsione un giocatore ha
colpito l’arbitro; questo ha parlato di un pugno, per il giocatore era solo uno
schiaffo. “Quando mi ha espulso ho capito che non avrei giocato la finale e ho
perso la testa. Sto male non dormo più. Vorrei vederlo e chiedergli scusa.”
Così il giocatore sbollita la sua collera.
Portiamoci nel
1798 (“Governo napoleonico”).
G. Parmeggiani
si rivolge ai “municipalisti” raccontando di aver dato due bastonate in piazza
a G. Malmusi, perché un testimone, rivelatosi falso, gli aveva detto che G.
Malmusi aveva riferito che lui (Parmeggiani) voleva uccidere gli sbirri di
Spilamberto. Aveva compiuto il gesto “sorpreso
da insuperabile collera, accompagnato ancora da sobrietà”. Pentito dello
sbaglio commesso, a causa dell’inganno, chiede gli venga condonato l’errore.
Ora: due secoli
e più non hanno cambiato la collera, ma ci si chiede: che cosa significa “accompagnato ancora da sobrietà”?
Era un notorio
ubriacone e perciò respinge un’accusa anche se non è stata formulata (excusatio non petita)?
Oppure ci sono altre spiegazioni che
potremmo rintracciare nella rossa e avvolgente ebbrezza che anche oggi
accompagna il nostro Lambrusco?(Immagine: ideazione e realizzazione di Fabiano Amadessi)
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