mercoledì 12 aprile 2017

NOMINA NUDA TENEMUS / 6: SPILAMBERTO: NEL NOME UN DOPPIO DESTINO


Particolare dal Diploma di Corrado II conservato presso l’Archivio Capitolare di Modena.
Nella riga centrale si legge “Om(n)em decima(m) d(e) Fanano et Spinala(m)berti”


Comparendo nel Codice manoscritto della Vita di Sant’Adriano, lo spinum (il luogo caratterizzato da arbusti spinosi) e la spina (l’aculeo pungente avvelenato) hanno iniziato il loro doppio viaggio, che li porterà a turno a fondersi con un enigmatico personaggio, Lamberto, dando luogo ad un nome ancora una volta doppio: spina-lamberti o spinum-lamberti.

Questo nome viene confermato anche in un altro documento, contemporaneo alla citata “Vita di Adriano.”
Bisogna sapere che era consuetudine degli imperatori, durante il Medioevo, concedere terreni ad abati e vescovi. Corrado il Salico predispone così nel 1026 (perciò negli stessi anni della Vita Adriani) un documento, che consiste in un lungo elenco di territori concessi al Vescovo di Modena, all’epoca fiero rivale dell’Abate di Nonantola.

Nel Medioevo non esistevano le fotocopiatrici e tutti i documenti venivano duplicati dagli amanuensi; dunque nelle trascrizioni successive di un documento originale era facile manipolare il testo, togliendo od aggiungendo ciò che faceva comodo.

Questo è quanto probabilmente accaduto nel nostro caso: il Vescovo si è attribuito dei terreni e altre regalìe che invece erano probabilmente di pertinenza dell’Abate o comunque oggetto di contesa fra i due.
Nel nostro caso, si legge che al Vescovo è concessa “omnem decimam de Fanano et Spinalamberti”: ogni decima (ovvero il tributo consistente in un decimo delle rendite) di Fanano e Spilamberto.

Il Vescovo, probabilmente alterando il documento originale di Corrado il Salico, si attribuisce il controllo di tutto Spilamberto, mentre possedeva con certezza solo Corticella e San Vito; ciò significava pretendere il controllo su territori che l’Abate di Nonantola rivendicava invece per sé.

Ciò che più importa però è che agli inizi del Mille Spilamberto ha non solo un nome riconosciuto, ma anche una certa ricchezza economica, tale da attirare le avide mire del Vescovo e dell’Abate; i quali danno luogo ad una rivalità anch’essa caratterizzata dalla doppiezza, doppiezza che ci accompagnerà fin quasi ai giorni nostri.

Ritroveremo il nome del nostro paese in documenti di personaggi rilevanti negli anni a venire.

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