È stupefacente la naturalezza con cui i ragazzi si muovono nel passato
presente e come si appassionano ai primi passi della ricerca storica.
Vediamo se due esempi riescono a rendere il clima.
Sulla pianta
del centro storico di Spilamberto, proiettata sulla lavagna luminosa
dell’aula scolastica, si cercano gli edifici storici, ma
i ragazzi segnano anche le loro abitazioni, quelle dei parenti e il
“negozio del nonno”. Naturalmente tutto viene poi individuato
nell’occasione dell’uscita, cartina alla mano. Quando il percorso giunge
in via S. Maria, per svoltare poi in via Vischi fino a Viale
Rimembranze, due parole ci fermano davanti all’ospedale e a S. Maria
degli Angeli. Ma prima di arrivare a quella che un tempo era la
“Conceria” (abitazione dello scomparso dottor Selleri) lungo il vecchio
percorso del Canale Diamante, ora ricoperto, una ragazza ci obbliga ad
una fermata. Tutta la classe saluta e accarezza Bea, l’enorme cane nero
che difende il cortile della casa dell’alunna, tutta fiera
dell’attenzione. E il salto temporale avviene con naturalezza, non si
avverte: è tutto presente, anche le storiche costruzioni cariche di
anni.
Di nuovo in aula, stavolta si tratta di una classe prima;
tutti lì a cercare sulla pianta del paese (proiettata, anche in questo
caso, sulla lavagna luminosa), l’ultima torretta superstite delle
antiche mura del Castello; la ricerca avviene dopo una animata
discussione sulla differenza fra i termini: “castello” e “rocca”.
Un ragazzo si arrovella e lo dice esplicitamente. La bacchetta passa di
mano in mano a chi tenta di individuarla sulla mappa, ma la torretta
... non si scova, se non dopo vari fallimenti.
C’è da credere che sarà grande la motivazione che guiderà i ragazzi quando la si cercherà nella realtà.
Arrivederci alla prossima uscita!
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