Visita alla polveriera
di Spilamberto nel 1769
(Mappa conservata presso l’Archivio di Stato di Modena)
Ci
fa da guida un inventario dell’epoca.
A
sinistra della strada maestra che da Spilamberto conduce a Vignola s’incontra
un viottolo che guida ad un grande portone di pioppo a due ante, sostenuto da
pilastri di mattoni con quattro cardini e chiuso da un catenaccio di ferro:
inizia qui la proprietà della Serenissima Ducale Camera. All’interno della zona
recintata si trovano 5 fabbriche: il “pistrino” San Pellegrino, una casa ad
uso di “granitora” e magazzino, il “pistrino” Sant’Anna e due caselle per gli operai. Il recinto è formato a nord da una
siepe viva di circa 15 metri e per il resto dal canale, a ovest e sud pure da
una siepe viva e ad est dal nuovo canale per il “pistrino” San Pellegrino,
realizzato nell’anno corrente 1769.
“PISTRINO” S. PELLEGRINO fabbricato nell’anno corrente 1769 (indicato A nella mappa)
L’edificio
ha forma rettangolare e misura circa 7x5 metri. Sulla facciata nord, sopra la
porta e l’unica finestra, si legge a grossi caratteri rossi il nome “San
Pellegrino”; sempre sulla facciata si apre un pozzo per l’appoggio del “fuso”
(l’albero motore) che trasmette il moto dal canale ai macchinari.
Esternamente
la fabbrica è alta meno di 4 metri, ma all’interno risulta più ampia in quanto
in parte seminterrata; vi si accede infatti scendendo una scala di pietra di
sette gradini. Altre due finestre si aprono sulle pareti est e sud.
“PISTRINO” S. ANNA fabbricato nell’anno 1763 (indicato D nella mappa).
Il
“pistrino” si è incendiato varie volte ed è stato ricostruito da Taddeo Savani.
Sulla facciata si legge il nome “S. Anna”; sulla parete sud si trova un pozzo
per l’appoggio all’asse del “fuso” (l’albero motore) dell’edificio, continuamente
azionato da un piccolo acquedotto che scorre sottoterra verso il basso da sud
verso nord.
La
fabbrica ha la forma di un quadrato di circa 5 metri per lato.
CASELLA PER GLI OPERAI
DEL PISTRINO S. PELLEGRINO (indicato C nella mappa).
La
casella è di fabbricazione nuova (1769) e ha il suo ingresso a nord, mediante
una porta di pioppo chiusa da una serratura. Sulla parete orientale si trova un
camino rustico con un piccolo focolare.
L’altezza
dell’edificio è alla sommità pari a oltre 3 metri.
CASELLA PER GLI OPERAI
DEL PISTRINO S. ANNA (indicata E ella mappa).
Fabbricata
nel 1763, questa casella, di forma pressoché quadrata, presenta sulla parete
nord la porta di ingresso, una finestra e un piccolo finestrino; l’unica altra
finestra si trova sul lato meridionale. È più bassa rispetto agli altri
edifici, non raggiungendo i 3 metri alla sommità.
“GRANITORA” (indicata B nella mappa).
La
“granitora” è il luogo in cui la polvere, ancora nella forma di un impasto
umido, viene ridotta in grani. Questa fabbrica fu costruita nel 1763 e serve
entrambi i “pistrini”. Quando era presente il solo “pistrino” detto di
Sant’Anna, consisteva in una camera a pianterreno e altra superiore con portico
a mezzogiorno. Dopo l’erezione del “pistrino” di S. Pellegrino nel 1769, la “granitora”
è stata ampliata costruendo un secondo locale ad uso magazzino di carbone.
All’angolo
nord della facciata occidentale della fabbrica si trova una scala che conduce
al secondo piano, parte in mattoni parte in legno di rovere e coperta da un
tetto sostenuto da due travicelli perpendicolari.
L’edificio
è alto circa 6 metri, lungo 8 e largo 6; il portico è lungo oltre 6 metri e
largo circa 3.
Nel
loro complesso, gli edifici e i capitali sono valutati circa 1.300 lire
modenesi.
Nella
mappa è inoltre indicato con F un
ponte provvisorio, con G il canale
S. Pietro, con H il canale derivato
dal S. Pietro che porta l’acqua al “pistrino” S. Pellegrino. Si possono poi
notare la “carrata” (carreggiata) che dalla Vignolese conduce al “pistrino” e l’indicazione
dei proprietari confinanti: a est e ad ovest Bonetti, a nord Pasqualini.
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