Pani neri di Natale di Antonietta
Prima
parte
È impossibile descrivere il profumo e il
sapore di questo dolce: è ricco di ingredienti che si amalgamo e si affinano
con il passare dei giorni. Ogni volta che li bagno per mantenerli morbidi e
sento il loro aroma percepisco il profumo del Natale.
Quando li preparava mia madre, metteva
sul tagliere una montagna di farina che aumentava enormemente per tutti gli
ingredienti che venivano aggiunti: burro, uova, zucchero e tanta frutta secca
(quella che c’era a portata di mano), poi castagne secche cotte e tanto “savor” per riuscire a tenere assieme
tutti gli ingredienti. Con l’aggiunta del “savor”
il colore cambiava, diventava bruno e iniziava a sprigionare il gradevole
profumo del mosto cotto e concentrato.
Quando ero piccola, a casa nostra, come
nella maggior parte delle famiglie, non c’era un forno adatto; quello inserito
nella stufa a legna era molto piccolo e poco funzionale. Terminato l’impasto,
mia madre lo metteva in una grande terrina bianca, lo copriva con un telo
pulito e, insieme, andavamo al forno del paese, da Baccolini, per la cottura.
Per me questo era un momento magico. Arrivate
sul posto, aspettando che si liberassero i forni, mi riempivo del profumo del
pane che stava cuocendo… una meraviglia. Nel frattempo, su grandi teglie scure
posate su di una enorme tavola di marmo bianco, mia madre dava all’impasto la
forma arrotondata, di ciambella con il buco. Non era l’unica ad utilizzare quel
forno per la cottura di dolci, e così nell’attesa diverse massaie, che si
trovavano lì, spettegolavano mentre allineavano tortelli ripieni di marmellata,
amaretti, ciambelle e coloratissimi pani neri rivestiti di canditi. Era il
fornaio a dare il via alla cottura mantenendo l’ordine delle prime teglie
preparate. Il profumo della stanza lentamente cambiava facendosi sempre più
dolce e aromatico, anticipando il gusto di tutte quelle prelibatezze. Appena
tolti dal forno, mia madre spennellava con una mistura scura i pani che
diventavano così lucidissimi. I pani neri non
erano il mio dolce natalizio preferito. Non amavo la loro durezza, ma
rappresentavano comunque il Natale. Dopo essermi sposata, per anni ho evitato
di riproporre questo dolce, ma poi ho desiderato riprovare quel gusto e non
l’ho più abbandonato. Ora utilizzo la ricetta di mia zia che è la stessa di sua
madre Antonietta. [...]
Arrivederci alla prossima settimana per la seconda parte: troverete... la ricetta
di Antonietta!
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