mercoledì 4 gennaio 2017

ROCCA DELLE MIE BRAME / 19: “LA PICCOLA PARIGI” NON CEDE AL PROPRIO TRAMONTO

Fotografia da raccolta privata

Le grandi civiltà, ce lo insegna la storia, hanno avuto un loro culmine, hanno raggiunto il loro massimo splendore; inesorabile è arrivata la decadenza. Quest’ombra paurosa sembra allungarsi anche per la nostra Rocca. Lasciateci pertanto godere ancora per un po’ dei momenti che si snodavano nel nostro paese nell’estate del 1733.
Un continuo afflusso di nobiltà locale e straniera occupava la Rocca, percorreva le lineari strade del “Castello”. Ma non era solo l’affollamento di gente di rango che portò a definire Spilamberto “una piccola Parigi”. Un fruscio di abiti eleganti, il balenare di tessuti preziosamente colorati, il brusio di accenti diversi. Cavalli, cocchi, calessi, carrozze accolti nel maestoso “stallone” e... bagagli, cassoni, scaricati da paggi e servitori. La sensazione dell’autorevolezza della ricchezza concentrata in cose e persone.
Quasi un’atmosfera irreale.
Fu così, questa, un’estate di fasti, immersi nella famosa e gratuita “aria salubre” offerta dal Panaro.
Un fermento simile si percepì e ripeté anche nell’umida, ma clemente, stagione autunnale del 1734: furono i diciannove giorni della “Fiera di Ognissanti” a fornirne l’occasione. Allora ecco le principesse Benedetta ed Amalia, sorelle del principe ereditario Francesco III d’Este in visita a Spilamberto, ma anche tanto popolo nelle strade: commercianti che trattavano i propri affari; contadini che vendevano i loro prodotti; gente semplice che gioiva alla visione di quel bailamme; scenografie gratuite e stupori assicurati. Ceste di ortaggi e frutti variopinti fungevano da quinte all’ architettura castellana, mentre il portone della Rocca fagocitava interminabili presenze.
Insomma, un tardo autunno degno di essere riprodotto nelle Images d'Épinal: stampe già popolari a fine Settecento, di tono forse un po’ chiassoso, a testimone di un paese che, associato a Francia, Parigi, ancora non si poteva certo definire provinciale.

(Testo ispirato da notizie tratte da “Una Cronaca settecentesca”, a cura di Criseide Sassatelli, ed. Comune di Spilamberto.)

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