martedì 2 dicembre 2014

CARAMELLE DALL'ARCHIVIO / 1: IL NOME DI SPILAMBERTO


Il nome di Spilamberto deriva dall’unione di due parole: "Spinum" e "Lamberti".
"Spinum", nel latino medievale, significa “luogo incolto pieno di arbusti spinosi”. Il termine è rimasto ad es. nel toponimo S. Martino in Spino.
"Lamberti" è un complemento di specificazione e si traduce con “di Lamberto”.
Perciò il significato originario è “luogo incolto di Lamberto”.
Il termine si incontra per la prima volta in un documento dell’inizio del Mille. In realtà si tratta di due documenti: il primo è un manoscritto nonantolano, che risale al 1017 circa, relativo alla vita e morte di papa Adriano, scritta in due versioni: una in prosa e un’altra in poesia.
Il luogo nel testo in prosa è denominato "Spinum Lamberti" (v. fig. 1); nel testo in poesia leggiamo invece "Lamberti Spina" (v. fig. 2).
Secondo L.A. Muratori proprio da questa seconda denominazione, “spina”, interpretato come "spina, aculeo", sarebbe sorta la leggenda dell’imperatore Lamberto, ucciso a Spilamberto. La realtà è più prosaica, e di questo Lamberto non sappiamo niente.
Il secondo documento è un diploma di Corrado II del 1026 (v. fig. 3), nel quale l’imperatore conferma vari privilegi al vescovo di Modena, tra i quali tutte le decime di Spilamberto.
Si tratta naturalmente della denominazione di un territorio, non ancora del nome del paese, che verrà fondato circa due secoli più tardi, nel 1210.
Tuttavia, una volta che il nome si è presentato in un documento, il nostro territorio ha preso vita. La sua denominazione si ritrova di documento in documento e questi sono collocati in vari archivi. Infatti gli archivi non sono strutture rigide, ma sono molteplici gli intrecci che legano i documenti tra loro e questi a documenti di altri archivi: una vera rete che anticipa di secoli internet e che al posto del link ha studiosi e archivisti che dialogano e si scambiano legami e informazioni. Ecco perciò che il nome Spilamberto vaga tra Modena, Nonantola, Bologna, Ferrara… e anche in Francia, in documenti di papi, imperatori, vescovi, abati, marchesi, duchi…
Finché, alla fine del ‘400, Spilamberto diviene un abitato di tale rilevanza e complessità che necessita di un archivio. Da questo momento il nostro paese non è più solo un nome, ma un corpo di documenti che tuttora ci accompagna, testimone delle nostre radici.

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