giovedì 7 maggio 2015

CAPRICCI DIALETTALI / SPIGOLATURE - 1



A t’arvìs ma ant’arcgnòs

La nonna di uno spilambertese, nata a Riolunato, si trasferì  in Sudafrica.
Rientrata in Italia, fissò la residenza a Spilamberto. Con il ritorno sentì il desiderio di portare la figlia a vedere i luoghi dove era nata e aveva trascorso la sua infanzia.
Giunta a Riolunato incontrò una signora anziana del posto, che lei conosceva. Tentò di avviare un discorso e riandare ai comuni ricordi. Però la signora le precisò: a t’arvìs, ma ant’arcgnòs.
Si tratta di un modo di dire montanaro (certamente utilizzabile anche in pianura!), di sicuro una battuta ironica per tenere lontano gli scocciatori e risolvere una situazione fastidiosa.
La traduzione potrebbe suonare così: “mi ricordi qualcuno, ma non ti riconosco”.
L’episodio è realmente accaduto ed è raccontato in modo buffo da questo spilambertese che, riandando al ricordo, sottolinea l’arguta acutezza della battuta.

Nessun commento:

Posta un commento