mercoledì 22 novembre 2017

ROCCA DELLE MIE BRAME / 23

FINE '700

DIALOGO TRA ROCCA E TORRIONE




-Ma chi sono questi? Cosa vogliono?
-I francesi mia cara Rocca, i francesi.
-Uh! non sopporto questa gentaglia.
-I francesi, mia cara, i francesi.
-Dove sono le feste, i matrimoni, i pranzi sontuosi, i bei vestiti, che tu, mio imponente e serio Torrione, adocchiavi da lontano... e le carrozze, i giochi e le battute di caccia nel parco!
-I francesi, mia cara, stai calma.
-E tutti quegli splendidi gentiluomini nobili.
-I francesi, mia altezzosa compagna, hanno eliminato i privilegi della nobiltà; adesso sono tutti uguali: niente più titoli.
-E i Rangoni? Non li vedo. Sono scomparsi.
-I nuovi governanti si sono impadroniti dei beni feudali.
-Beni feudali? Ma la Rocca appartiene a loro, ai Rangoni!
-I beni feudali sono quelli che il Duca ha dato in concessione ai nobili, e i governanti francesi hanno deciso che la Rocca è feudale. Se ne sono appropriati, anche se il Marchese sostiene che è un bene allodiale, cioè suo personale.
-Prima i paesani mi facevano, a volte, compagnia, passavano qui dentro, nel tratto dal Panaro al Castello, mai nelle stanze! Ora me li trovo persino in quella del Trucco: risate sguaiate; e quei paroloni libertà, uguaglianza, patriottismo. Alcuni ambienti diventano quartiere per soldati, si riempiono anche di bacchette di carbone, dicono che siano per la polveriera.
-Già, quei francesi.
-Ho freddo, i camini sono spenti, c’è il gelo del vuoto. Nessuno si occupa di me. La sporcizia. Certe finestre rimangono aperte: l’umidità. Alcuni vetri sono stati rotti. I pavimenti sono ingombri di calcinacci: non è semplice calcina, ma splendidi affreschi che si staccano. Pensa, è stato usato come fermo un pezzo di una porta di splendida fattura. Che tristezza!
Questo il lamento della Rocca.

Il 12 ottobre 1796 il “Comitato di Governo degli Stati di Modena”, a seguito del Proclama riguardante la soppressione dei Feudi, confisca i beni feudali del territorio del Ducato; anche la Rocca viene avocata al Demanio. La famiglia Rangoni sostiene che è un bene allodiale, privato, e in un documento del 1807 la definisce “Palazzo”, utilizzata sia come residenza sia come soggiorno estivo e autunnale. Nella Rocca, si afferma, non sono mai esistiti: “Locali per la Custodia dei delinquenti [] Raccogliesi dai Libri di Casa che considerabili somme sono state anche negli ultimi anni impiegate nella riedificazione di tale fabbricato [...] anche la prima pietra del Palazzo stesso, e sua edificazione, sia stata gettata, e seguita dagli antenati di tale Famiglia”.
Nel 1812 la Rocca torna ad essere proprietà Rangoni, in seguito alla restituzione dei beni ex feudali non venduti.

Ascoltiamo, però, con attenzione gli insistenti lamenti della superba Rocca: nelle sue parole si può già percepire l’ombra di una inevitabile e vicina decadenza. Il tempo confermerà.

Nessun commento:

Posta un commento