mercoledì 10 gennaio 2018

IL GIGANTE SPINALAMBERTO “BERTO PER GLI AMICI” / 3° (prima parte)

Le storie del “doppio”: “Il ritratto di Dorian Gray”,
raccontato da Giulia Lorenzoni (prima parte).


(Immagine e disegni realizzati da Fabiano Amadessi)


 Il temporale aveva lasciato enormi pozzanghere d’acqua limpida che il sole di mezzogiorno faceva luccicare. Mentre i bambini giocavano con le loro immagini riflesse, apparendo e scomparendo nello specchio di qualcun’altro, Berto pensava a quel giovane di nome Narciso che, innamoratosi del suo stesso volto nello stagno, dimenticò il pericolo e la corrente se lo portò via. Chiamò a raccolta i bambini davanti alla pozza più grande e raccontò loro un’altra storia di terribile bellezza.
«Quando guardate me», disse accarezzandosi la faccia con tutte le sue rughe «cosa vedete?».
I bambini, spintonandosi un po’ per l’imbarazzo, risposero in disordinato coro: «Un vecchio!».
«Eh, sì, temo proprio di sì, ragazzi», rispose Berto con un sorriso sereno «e voi che siete fanciulli, e avete ancora tutta la vita davanti… guardatevi», disse indicando l’enorme cornice d’acqua «non vi chiedete certo cosa significhino stanchezza e rughe sul viso».
I bambini sbirciavano attorno, vagando fra gli alberi e il sole.
«C’era una volta un bellissimo giovane chiamato Dorian Gray che ammirava il suo ritratto e si chiedeva cosa ne sarebbe stato di tutto quello splendore e di quella gioventù, quando il tempo avesse fatto il suo corso».
La vita, pensava Berto guardando le pozzanghere, i giorni e le ore ci asciugano come l’acqua di un temporale. Ma non lo avrebbe detto ai bambini.
«Ogni giorno che passava, il quadro ricordava a Dorian quanto fuggevoli fossero la bellezza e la spensieratezza della gioventù».
I bambini si guardavano in coro.
«La paura di perdere tutto quel piacere lo spaventava a tal punto che si mise a piangere davanti al ritratto, esprimendo tutto il suo desiderio: che per lui il tempo si fermasse e che solo la sua immagine dipinta potesse invecchiare».
Si udì l’eco di un tuono: il temporale singhiozzava in lontananza.
«E fu proprio così, bambini», disse Berto «la natura quel giorno si zittì, e Dorian riuscì a fermare il tempo».
«Gli anni passavano, i volti degli amici di Dorian si piegavano ai giorni, mentre il giovane adorato da tutti splendeva con la sua bellezza intatta».
«Era rimasto uguale al quadro?», chiese una bambina.
«Eh, il quadro», sospirò Berto «il quadro, piccoli amici miei, scomparve. O meglio, nessuno lo vide più e Dorian spiegò sbrigativo che lo aveva portato in soffitta perché non voleva più averlo intorno».
I bambini scrutavano il mistero negli occhi di Berto.
«Nemmeno a Basil, il fidato amico di Dorian e l’artista che gli aveva fatto il ritratto, era permesso di accedere al solaio».
«Ma perché?», chiese un bimbo alto come un cespuglio.
«Perché la bellezza può essere pericolosa, per chi la possiede e per chi la ammira». Berto ripensò al giovane Narciso e sospirò.
«Per il resto», continuò a raccontare «Dorian usciva sempre più spesso di casa, soprattutto la notte». 
«E dove andava?», sollecitò un bambino.
«Andava in giro per club esclusivi con Basil e altri amici, e la gente lo conoscevano come il distinto gentiluomo col volto di fanciullo. La sua presenza veniva celebrata e la sua bellezza impeccabile faceva innamorare tutti».
«Davvero era così bello?», chiesero all’unisono due bambine.
«Lo era. Tanto da far tremare», dissero gli occhi di Berto. [...]

Arrivederci alla prossima settimana per la “seconda parte”!

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