venerdì 19 gennaio 2018

IL GIGANTE SPINALAMBERTO “BERTO PER GLI AMICI” / 3° (seconda parte)

Le storie del “doppio”: “Il ritratto di Dorian Gray”,
raccontato da Giulia Lorenzoni (seconda parte).



Immagine di Fabio Amadessi


[...] «Una sera, mentre aspettava Dorian per uscire, Basil passeggiava inquieto su e giù per la casa. Da alcune settimane aveva cominciato a notare strane coincidenze a teatro, nei bar e nei locali che i due frequentavano insieme. Una cameriera aveva rifiutato di servirli e un domestico aveva finto di non vedere Dorian mentre attendeva che il suo cappotto fosse preso in custodia. Sul giornale, aveva pure letto che una giovane attrice che avevano conosciuto si era gettata nel fiume. Non c’erano più tanti sorrisi che accompagnavano l’arrivo del giovane dai capelli dorati.
Mentre camminava e rifletteva, inciampò all’improvviso nel ricordo del ritratto che aveva dipinto con tanto amore per Dorian. Sulla parete, infatti, non rimaneva che un’ombra leggera, come quella che si tingeva in quel momento sul volto di Basil, come un presagio. Salì in fretta le scale verso la soffitta, il cuore pulsava impazzito. Usando qualche chiodo e un cacciavite di servizio forzò la porta che lo separava dal quadro e da tutte le sue domande».
I bambini si misero le mani sugli occhi come non volessero vedere la conclusione della storia.
«Quando i domestici accorsero, dopo le urla e il trambusto, trovarono il cadavere di Basil che giaceva in un angolo, con gli occhi spalancati dal terrore. A terra, accasciato sul pavimento, c’era il corpo curvo e grinzoso di un uomo con addosso i vestiti di Dorian e un pugnale sfuggito dalla mano rugosa. La tela del quadro nascosto anni prima era al centro della sala, e uno squarcio svelava la verità».
I bambini si ritrassero di colpo dalla pozzanghera.
«Gli occhi di Basil avevano scoperto l’orribile incantesimo. La sua arte aveva aiutato Dorian a sfidare la natura, a giocare con il bene e con il male, a vivere tutti gli entusiasmi e gli eccessi della giovinezza senza che il suo corpo se ne accorgesse. Il ritratto, come uno specchio magico, aveva patito i segni del tempo e le macchie di ogni colpa di cui il giovane non si era curato, di ogni crimine che aveva commesso».

I bambini guardavano il riflesso del vecchio Berto luccicare nella pozzanghera e inconsapevolmente percepivano che in fondo la natura vince sempre. Regala la bellezza per poi farla evaporare. La meraviglia vera rimane lassù, fra le nuvole, pronta per il prossimo temporale.

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