mercoledì 25 marzo 2015

CARAMELLE DALL'ARCHIVIO / 14: ROCCA DELLE MIE BRAME

Terza puntata


Incontri segreti in Rocca


«È successo... voglio ricordarlo, nessuno sapeva, io sì.
Voglio che se ne faccia memoria, ma come?... accadrà al giungere della notte... sì, stanotte lo farò!»

E il Commissario, Nicolò Maria Pelli, lo fece. La presunzione di aver avuto il privilegio di assistere ad un fatto di grande rilevanza lo indusse a prendere la decisione... ed aveva colto nel segno!
Tutto è ormai silenzio nella infinita teoria di stanze, gallerie, vestiboli e corridoi della Rocca.
È notte fonda. Accende il lume e sale la stretta e tortuosa scala a chiocciola che dal piano ammezzato conduce al piano nobile, quello del suo “Signore”, nel lato nord est. Pelli, però, si ferma prima di quegli appartamenti. Trova un appoggio per il lume in un angusto ambiente, quasi un incavo, adiacente alla scaletta: qui lascia la sua testimonianza.
Resta di questa sua intenzione un graffito, leggibile ancor oggi in parte:

"10 Maggio 1514. Fu qua lo illustre signor conte Guido Rangoni
conducero del nostro signore papa Lione [...] locotenente lui [...]
eccellentissimo Iuliano de Medici qui retornava a Roma [...]".

Ma noi posteri cosa possiamo dedurne?
Fu un incontro cruciale, importantissimo per i casati Rangoni e De’ Medici e per il rafforzamento del loro potere.
Guido Rangoni, condottiero del papa Leone X, e il fratello di quest’ultimo, Giuliano De’ Medici, si incontrarono proprio in quel preciso giorno ed anno, nella Rocca di Spilamberto. L’intenzione era stata strategicamente occultata da una trama di movimenti e rapporti minuziosamente calcolati. 
Le mosse future dei rispettivi Casati sarebbero state influenzate in modo determinante da quegli accordi segreti. Ma qualcuno furtivamente li osservava.
La Rocca diventa così protagonista di un importante evento e,  pur dopo cinquecento anni, ce lo svela attraverso le parole incise, ci conferma il suo intenso passato che ancora oggi continuiamo a scoprire. È questo uno dei tanti suoi modi di essere presente nella vita quotidiana degli spilambertesi.

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