sabato 18 aprile 2015

CARAMELLE DALL'ARCHIVIO / 16: VEDO DOPPIO EPPUR SON SOBRIO: SPILAMBERTO E LA CABALA DEL “DUE”

Seconda parte

 Vi abbiamo lasciato con il “3° doppio”, precisamente il giorno 16 marzo 2015, parlando delle “DUE anime” che hanno sempre accompagnato Spilamberto nel corso della storia. Ci eravamo avvicinati al secolo XIX, ma ora facciamo un salto indietro, al secolo XIII, e diamo inizio alle considerazioni sul “4°  doppio”.

4°. Quando il Comune di Modena, nel 1210, fa costruire il Castello di Spilamberto, e il territorio diventa paese abitato, il Vescovo della città si affretta ad edificare dentro il Castello la Chiesa di San Giovanni Battista. L’Abate di Nonantola si ribella, non vuole una chiesa del Vescovo sul territorio di sua pertinenza: ne nasce una clamorosa lite, per la cui soluzione vengono coinvolti l’imperatore Ottone IV e il papa Innocenzo III.
Dopo quattro anni di dispute, Innocenzo III, con un suo documento, risolve la questione: stabilisce che al Vescovo rimanga la Chiesa edificata per suo volere, e che l’Abate si costruisca la sua.
Non basta: il Papa impone pure che il paese sia diviso in due parrocchie, una per entrambi i contendenti.
Le conseguenze?... Da quel momento il paese risulterà diviso in due parti dalla strada centrale, (l’attuale Corso Umberto I), che segnerà il confine di competenza delle due Parrocchie.
Sorse così la chiesa di Sant’Adriano, proprio di fronte a quella di San Giovanni, quasi DUE contendenti “l’uno contro l’altro armati”, rispettivamente il Prevosto e l’Arciprete.
La divisione modellò i rapporti fra i parrocchiani, che “giocavano” la loro vita quotidiana e religiosa come DUE squadre nemiche.
Alla fine dell’Ottocento, troviamo a reggere le Parrocchie DUE personaggi oltremodo focosi: l’arciprete Don Muratori (San Giovanni) e il prevosto Don Quatrini (Sant’Adriano).
Le scaramucce erano ricorrenti, d’ordine religioso o d’ordine mondano, come quella di fornire gli arredi più lussuosi ai due edifici sacri.
La contesa non trovava sosta, fino al punto in cui don Muratori, “partendo con lancia in resta”, fece apporre una scritta in latino sul lato sud della sua Chiesa, tuttora visibile: “Chiesa della plebe di Spilamberto dedicata a Giovanni precursore divino” (Chiesa della plebe, cioè plebana, quindi la più antica e prestigiosa).




Don Quatrini reagì. Fece scrivere sulla porta d’ingresso di Sant’Adriano: “Più antica chiesa parrocchiale di Spilamberto dedicata a Sant’Adriano III Papa ”.



Il prestigio dell’antichità non si poteva lasciare all’avversario.
Testimoni di questa duplice ferita rimangono le scritte, ancora ben visibili per chi percorre le due strade principali del paese.

Arrivederci alla lettura della Terza parte di “Vedo doppio”, per affrontare ancora la “cabala del DUE” spilambertese!

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