venerdì 3 aprile 2015

NOTIZIE DALL'ARCHIVIO / 10: CLASSI II MEDIE: TRA "DESERTO", COMETE E TORTURE

Un applauso dei ragazzi ha concluso la lettura del diario dell’incontro precedente, già pubblicato sul blog dell’Associazione “N.A.S.Co. a Spilamberto".
La lezione, con proiezione e fotocopie di documenti alla mano, è poi iniziata, con la decifrazione di una lettera del 1594, di un certo Commissario giunto a Spilamberto, Giovanni Armati.
Individuare le parole ha creato qualche difficoltà, soprattutto per la grafia tardo cinquecentesca. Un volenteroso ragazzo ha segnato con la bacchetta parola per parola, ma dalla sedia, sulla quale era salito per indicare con più precisione, ne è sceso piuttosto provato. Poi l’amarezza per la descrizione di una Spilamberto “diserta”, abbandonata, esposta alle scorrerie dei delinquenti, con cadaveri insepolti nelle strade e preda di cani.
Ma come? Dopo aver viaggiato lungo i possedimenti dei Rangoni, perfino in Francia, a Pernes les Fontaine, segno di ricchezza e di potere, un loro feudo lasciato degradare così?
No, non era colpa loro; l’estremo stato di abbandono era conseguenza di un periodo di dominio estense sul Castello di Spilamberto e del loro disinteresse: gli Este erano lontani, nella corte di Ferrara.
Poi, sulla parete chiara dell’Aula Magna, è apparsa, quasi magicamente la cometa di Halley, la diapositiva che segnava l’arrivo di Bianca Rangoni e la sua assunzione di governo.
“Una sera di gennaio dell’anno 1607 un segno premonitore giunse dal cielo: una cometa brillava verso est”.



Certamente i ragazzi non la dimenticheranno, infatti dopo il nome e l’immagine è iniziato l’intervallo.
Subito sono cambiate le geometrie dell’Aula. Sedie disposte in circoli si sono affollate di panini, bibite, patatine e cibi vari. Mandibole all’opera si sono mescolate a chiacchiere in libertà, rigorosamente contemporanee!
Alla ripresa, Bianca ha mosso lo stupore per il delinearsi del suo personaggio, una “Signora feudale” con potere assoluto, di “banno”, che sfuggiva all’immagine di “oggetto di scambio”, quale nell’antichità la donna veniva considerata. Bambine a volte promesse già a otto anni ad un attempato, sconosciuto e sgradevole uomo, ma ricco! A questo servivano le figlie femmine delle famiglie nobili.
Una ragazza chiede: «Ma veramente?».
E immediatamente il pensiero ritorna alla notizia della poca pulizia delle persone.
Quindi uomini estranei e vecchi, per una bambina o ragazzina, che nemmeno si lavavano!
Lo stupore dei visi degli alunni esplicita le loro sensazioni.
E si ritorna a Bianca, le sue regole imposte, le “gride”, la “Colonna rossa”, le punizioni per chi non obbediva, e i famosi, terribili, “tratti di corda”, con mani legate dietro la schiena per issare e torturare il criminale.
L’attenzione tesa creatasi viene interrotta improvvisamente da una ragazza che ci stupisce: riesce a far girare braccia e mani unite dalla schiena intorno alla testa!
Le punizioni imposte dalle Gride della Marchesa su di lei non avrebbero avuto effetto! Almeno quello più terribilmente doloroso e invalidante!
Lo stupore per quella dimostrazione che strappa spontanee esclamazioni chiude con allegria il racconto, che nel corso di due ore ci ha riportato a quel lontano periodo in cui la nostra Spilamberto da “deserto raccapricciante” si stava trasformando in industriosa e ricca capitale di un feudo ancora per secoli governato dai Rangoni.

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